Gli anziani non autosufficienti si meritano un progetto
(C. Gori)
A partire dall’inizio del 2021 una molteplicità di attori della società civile, che in seguito hanno dato vita al Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza (luglio 2021), si è impegnata per la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia. Lo ha fatto prima chiedendo che la riforma fosse inserita nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e poi, dopo che ciò è avvenuto, presentando una dettagliata proposta per il suo disegno e realizzando un’intensa azione di advocacy.
La versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentata dal Governo Conte II all’inizio del gennaio 2021 prevedeva pochi e frammentati interventi per gli anziani non autosufficienti. Soprattutto, mancava un progetto complessivo per il futuro di questo ambito del welfare molto debole politicamente.
Numerosi attori della società civile, raccolti intorno alla proposta del Network Non Autosufficienza e in seguito uniti nel Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza (luglio 2021), hanno dunque cercato di colmare la lacuna, chiedendo al Governo che la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti venisse inserita nel PNRR, attraverso una “proposta aperta” intitolata “Costruire il futuro dell’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia”(marzo 2021).
Il Piano definitivo licenziato a fine aprile 2021 dal governo Draghi, invece, è nettamente diverso dalla versione iniziale. La novità fondamentale è proprio la previsione della realizzazione della riforma nazionale del settore, richiesta dalle numerose realtà sociali e di cui si discuteva senza esito, in ambito tecnico e politico, dalla fine degli anni ‘90. Si tratta di una riforma organica, che comprende l’insieme degli interventi esistenti, appartenenti sia alla filiera delle politiche sociali sia a quella socio-sanitaria.
Il PNRR delinea gli obiettivi della riforma in termini generali: l’incremento dell’offerta di servizi; il rafforzamento dei modelli d’intervento secondo la logica propria della non autosufficienza (quella del care multidimensionale); la riduzione della frammentazione del sistema e la semplificazione dei percorsi di accesso. Si stabilisce che la riforma dovrà essere introdotta – attraverso un’apposita legge – entro la primavera 2023: un passaggio di particolare rilievo perché la Commissione Europea verificherà il rispetto delle scadenze indicate nel Piano.
Si tratta di un’opportunità storica di cambiamento, raggiunta grazie all’importante contributo del Patto, definito dal ministro Orlando, all’interno di questo articolo, “un’iniziativa di lobbismo buono”. L’aiuto sostanziale del Patto affinché la riforma entrasse nel PNRR è stata infatti sottolineata dal ministro delle Politiche Sociali con la seguente affermazione:
“Intendo applicare in modo stringente il metodo della coprogettazione ai progetti che afferiscono al mio ministero, alcuni dei quali nascono proprio da un impulso della società e delle associazioni, come la riforma della non autosufficienza che è stata il frutto di un’iniziativa di lobbismo buono.”
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