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24 Settembre 2024
Il 10 ottobre 2022, nel suo ultimo Consiglio dei Ministri, il Governo Draghi ha approvato il Disegno di Legge Delega sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, prevista dal PNRR.
L’iter della Riforma sulla non autosufficienza è stato finalmente avviato e la prossima fase del procedimento legislativo prevede la discussione del Disegno di Legge Delega in Parlamento, che avrà tempo fino a primavera 2023 per portarlo a termine. I Decreti Legislativi dovranno essere emessi entro 12 mesi dalla revisione in Parlamento e non oltre il 31 marzo 2024 e a quel punto tutte le novità introdotte saranno pienamente operative.
La norma avvia politiche in favore delle persone anziane, specie quelle non autosufficienti ma non solo (il testo fa riferimento anche ai temi dell’invecchiamento attivo, alla promozione dell’inclusione sociale, alla prevenzione della fragilità). Non tutti gli articoli del DDL si occupano dunque dell’assistenza agli anziani non autosufficienti. Gli articoli che se ne occupano, e quindi di interesse del Patto, sono i seguenti: art 2 (dal comma 3); art. 3 comma 2, lettera a) punto 6 (unica parte della sezione del DDL dedicata all’invecchiamento attivo di interesse del Patto); art 4; art. 5; art. 8.
A questi articoli fanno riferimento i seguenti documenti redatti dal Patto e una prima valutazione dei contenuti del DDL da parte del Patto.
Qui di seguito si trovano i materiali sul Disegno di Legge Delega sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti: il testo completo, il comunicato stampa del Patto, una scheda di lettura sul DDL e una raccolta di articoli.
Nel Disegno di Legge Delega approvato dal Governo Draghi, sono state recepite numerose proposte del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza. Manca, invece, un progetto per il rafforzamento dei servizi residenziali e si dimostra insufficiente l’attenzione posta alla tutela e alle garanzie per le assistenti familiari, un vuoto che Il Patto spera possa essere colmato dal nuovo Esecutivo.
Qui di seguito, il Patto esamina i contenuti del Disegno di Legge Delega sulla riforma che si occupano di assistenza agli anziani non autosufficienti suddividendoli in due aree tematiche: regolazione e governance del sistema e interventi destinati ad anziani e familiari.
In definitiva, le indicazioni su regolazione e governance possono essere giudicate positivamente perché paiono robuste e coerenti tra loro nel disegnare un welfare per la non autosufficienza unitario, integrato e semplificato. Creano, inoltre, le condizioni per favorire l’appropriatezza degli interventi. Infine, promuovono il riconoscimento della specificità del settore, così da incrementarne la legittimazione istituzionale e la forza politica.
Nonostante sia necessario apportare alcuni emendamenti migliorativi, dunque, il disegno strategico della governance sembra completo. Il carattere innovativo di queste disposizioni, tuttavia, ne rende assai complessa la traduzione nella pratica. La loro “messa a terra” costituirà, dunque, l’operazione più difficile.
Lo SNA, la riforma delle valutazioni prevista e l’integrazione Ambito-Distretto sono specifiche proposte del Patto (non formulate da nessun altro soggetto coinvolto nella predisposizione del DDL
Venendo agli interventi destinati ad anziani e famiglie, per alcuni il DDL delinea una chiara linea di riforma strategica, pur rimanendo necessari vari aggiustamenti, mentre per altri non è così.
Una linea di riforma strategica è delineata per:
In sintesi, gli ultimi due punti disegnano un impianto solido di risposte a categorie che richiedono particolare attenzione. La prestazione universale prevede la riforma dell’indennità secondo i canoni europei: importo graduato in base al bisogno (equità) e alternativa soldi/servizi, con un incentivo per quest’ultima opzione (appropriatezza). Nella domiciliarità, oltre all’integrazione, è decisivo il riferimento alla durata adeguata laddove oggi, perlopiù, gli interventi coprono 2-3 mesi mentre la non autosufficienza si estende per anni. Tale riferimento, dunque, apre la strada ad una domiciliarità specifica per la non autosufficienza.
Manca, invece, una linea di riforma strategica per:
Complessivamente, la parte sui singoli interventi richiede ancora un rilevante lavoro. In termini strategici, le aree di debolezza principali riguardano le strutture residenziali e le assistenti familiari. Per queste, così come per ogni altra indicazione sugli interventi, bisogna sottolineare un punto decisivo: l’elaborazione dei contenuti e il reperimento delle risorse non sono questioni separabili. Nel campo della non autosufficienza, infatti, qualunque azione di miglioramento dell’offerta – che sia o meno già indicata – richiede nuovi finanziamenti, ma il DDL non li ha sinora previsti. Trovarli rappresenta una sfida chiave per l’immediato futuro.
Sono specifiche proposte del Patto (non formulate da nessun altro soggetto coinvolto nella predisposizione del DDL): l’indicazione su durata e intensità nella domiciliarità; la prestazione universale; le tutele per le persone con disabilità che invecchiano; l’opportuna definizione di caregiver familiari inserita (il Governo intendeva inizialmente considerare esclusivamente i caregiver familiari conviventi con l’anziano mentre la definizione proposta dal Patto comprende anche quelli non conviventi) e la considerazione delle loro condizioni nei vari momenti valutativi; le indicazioni su intensità assistenziale e requisiti strutturali nella residenzialità.
Nota di lettura: l’espressione “nell’ambito delle risorse disponibili” e i suoi derivati (“razionalizzazione dell’offerta”, “efficientamento” e così via) ricorrono spesso nel DDL ma non hanno alcun significato sostantivo. La Ragioneria Generale dello Stato ha chiesto di introdurle perché è parso evidente che molte indicazioni del testo implicano incrementi di spesa. Dato che al momento non vi sono nuove risorse, la Ragioneria ha ritenuto opportuno inserire tali richiami.
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